giovedì 15 gennaio 2015

Recensione: La biblioteca dei morti, di Glenn Cooper

Buongiorno a tutti e benvenuti alla recensione del primo libro finito nel 2015.
Mi sono finalmente decisa a leggere qualcosa di Cooper.
Per il momento, non è di sicuro tra i miei autori preferiti.
Ho pensato spesso al fatto di mettere o no tante recensioni negative sul mio blog, e per un po' ho pensato di non inserirle più e lasciare solo quelle positive. In questo caso il numero di recensioni pubblicate sarebbe sceso. Ma poi ho pensato che questo angolino l'ho aperto apposta per poter dire come la penso, quindi le recensioni negative o non del tutto positive rimarrano.
Se ho dei gusti difficili non posso farci niente. Cercherò magari di non essere così cattiva.

Titolo: La biblioteca dei morti
Autore: Glenn Cooper
Titolo originale: Library of the Dead
Edito da: Nord
Pagine: 439
Consigliato: Ni. Se volete leggerlo perchè è un bestseller e se potete, prendetelo in biblioteca.




Trama: 

Questo romanzo comincia nel dicembre 782 in un’abbazia sull’isola di Vectis (Inghilterra), quando il piccolo Octavus, accolto dai monaci per pietà, prende una pergamena e inizia a scrivere un’interminabile serie di nomi affiancati da numeri. Un elenco enigmatico e inquietante.
Questo romanzo comincia il 12 febbraio 1947, a Londra, quando Winston Churchill prende una decisione che peserà sulla sua coscienza sino alla fine dei suoi giorni. Una decisione atroce ma necessaria.
Questo romanzo comincia il 10 luglio 1947, a Washington, quando Harry Truman, il presidente della prima bomba atomica, scopre un segreto che, se divulgato, scatenerebbe il panico nel mondo intero. Un segreto lontano e vicinissimo.
Questo romanzo comincia il 21 maggio 2009, a New York, quando il giovane banchiere David Swisher riceve una cartolina su cui ci sono una bara e la data di quel giorno. Poco dopo, muore. E la stessa cosa succede ad altre cinque persone. Un destino crudele e imprevedibile.
Questo romanzo è cominciato e forse tutti noi ci siamo dentro, anche se non lo sappiamo.
Perché non esiste nulla di casuale.
Perché la nostra strada è segnata.
Perché il destino è scritto.
Nella Biblioteca dei Morti.

Recensione: ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Leggendo questo bestseller, sulla falsariga di Dan Brown e la saga del Professor Langdon, si ha l’impressione in realtà di leggere tre libri in uno, divisi rispettivamente nelle epoche in cui è ambientato.
Il primo, il quasi contemporaneo, ambientato nel 2009, è un thriller/giallo, con un profiler dell’FBI alla caccia di un assassino che manda cartoline alle vittime con la data di morte del giorno successivo a quello del ricevimento. 
Inutile dire che l’assassino non esiste, perché sappiamo già fin dal principio che esiste questo libro con le date di morte di tutti, quindi basta fare due più due e sappiamo che non esiste un serial killer. I personaggi sono stereotipati, il protagonista, Will, è piuttosto antipatico, attaccato alla bottiglia, sulla soglia del pensionamento, giudica la sua collega troppo grassottella per abbordarla, salvo poi cambiare opinione non appena lei dimagrisce. C’è una profusione piuttosto fastidiosa di marche varie, tra auto, liquori e birre. Tutta pubblicità. Perché scrivere semplicemente: "salì sull’auto", non va bene, devi dirmi anche il modello. Che essendo americano io non conosco, quindi siamo al punto di partenza. Questa parte si dilunga moltissimo su cose che con c’entrano niente, e dato che compone la maggior parte del volume, dopo un po’ annoia. Ero a pagina 160 (su 439) e ancora la Biblioteca non era stata neanche nominata. E io mi chiedevo quando ne avrebbe parlato.
Il secondo è quello ambientato nel 1947, anno della scoperta da parte di alcuni archeologi della Biblioteca. Questo è un thriller/politico/storico, essendoci Churchill, Truman e un segreto che deve essere custodito a costo di uccidere chiunque lo sappia. Scritto meglio del precedente è anche più breve, ma mi piace come “finisce”. E’ piuttosto coinvolgente, è piuttosto accurato storicamente, almeno per quanto ne so io, quindi mi è piaciuto più della prima parte.
Il terzo infine è quello da cui tutto ha inizio: nell’anno 777, nel settimo giorno del settimo mese, nasce un settimo figlio maschio da un settimo figlio a Vectis, che prenderà poi il nome di Wight. 
L’isola di Wight. Questo bambino ha capelli rossi e occhi verdi, non parla e non prova emozioni. Mi ha ricordato spaventosamente quel Grenouille di “profumo, storia di un assassino”, che io detesto. 
Sa però scrivere senza che nessuno glielo abbia insegnato, e inizia a scrivere nomi, date e una parola in latino: Nato o Morto. Le date di nascita e di morte di tutte le persone del mondo, siano esse cinesi, americane o russe, da quel giorno fino alla fine dei tempi. Ovviamente ce ne saranno altri dopo di lui, perché un uomo solo non potrebbe compilare a mano 700000 volumi. Il metodo in cui vengono “fatti”nuovi scribacchini figli del demonio o di Dio, ancora non è dato saperlo, è molto cruento, e mostra tutta la bassezza a cui può arrivare la chiesa. Veramente orripilante.
Questo terzo libro è un horror/esoterico/thriller/storico. Mi è piaciuto abbastanza, ma l’autore si è spinto davvero molto in là con l’horror, e molte scene turbano la sensibilità del lettore. Anche me che sono piuttosto abituata alle scene di questo tipo. 
Nel senso che leggo parecchi libri di questo genere, non che sono un serial killer.
Un personaggio afferma che dentro i 700000 volumi siano contenuti 12 miliardi di nomi di persone. Poche pagine dopo, un altro personaggio afferma che ce ne siano 200 miliardi. E’ una discrepanza notevole. Quale sarà il numero esatto?

Nel mentre, aggiungeteci l’area 51, quindi alieni e dischi volanti, compreso quello caduto a Roswell, una presa di posizione contro i gay piuttosto pesante, contro la chiesa molto pesante e un po’ anche contro le donne, quasi tutte cattive o lesbiche, ubriaconi a destra e a manca anche tra i monaci, stereotipi americani come il voler prevedere l’attentato dell’11 settembre, fatti e personaggi solamente accennati e poi dimenticati e avrete il primo romanzo di Cooper. Mi spiace ma non mi ha colpito.
In questo caso è scusato proprio perché è il primo romanzo, ma c’è chi alla prima prova ha fatto molto di meglio, Dan Brown in primis, che apprezzo maggiormente adesso per non aver messo in mezzo scene volgari o cruente, raccontando pur sempre una storia piuttosto simile.
Tuttavia posso ammettere che possa piacere a chi non legge moltissimi libri di questo genere, perchè comunque l'argomento stuzzica la curiosità.
Mi manca ancora “la mappa del destino” dello stesso autore da leggere, e spero in meglio. Avrei voluto prendere anche "Dannati", ma sinceramente, non so se lo farò. 
Voi lo avete letto? Pareri?

Voto: 

Potevi fare di meglio, Cooper.

Questa recensione partecipa alla 2015 Reading Challenge di Bookish Advisor per la categoria: il primo libro di un autore famoso.

5 commenti:

  1. Ogni tanto gli lancio un'occhiata in libreria, ma ho sempre avuto l'impressione che non facesse per me. La tua recensione me lo ha confermato :/

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  2. Per quanto riguarda le recensioni negative: scrivile! Sia perchè il blog è tuo e lo gestisci come vuoi, e poi quando un libro non ti piace ho visto che motivi sempre il perchè e il come, non è che spari giudizi alla cavolo, perciò per me puoi continuare bene così! ^^
    Per quanto riguarda Cooper: okay a me già non ispirava a prescindere come autore, poi a novembre avevo cominciato Dannati, e nei primi capitoli avevo notato dei personaggi che più stereotipati non si può e un attenzione per i termini scientifici che difficilmente ho capito e che poco servivano alla storia. Insomma, non mi ha impressionato in positivo, ecco! Se poi leggo queste cose... mi sa che Cooper non mi avrà mai :D

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    1. Ti ringrazio Rosa, mi fa piacere la tua risposta!
      Oh no, anche Dannati è così? Mi sa che lo salterò proprio allora...

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  3. Sono sempre stata molto incuriosita da questo autore ma non ho ancora letto nulla... Adesso leggendo la tua recensione sono davvero poco convinta di cominciare a leggerlo. Ci penserò su molto bene ^_^

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