giovedì 16 aprile 2015

Recensione: Il Vangelo secondo Biff, di Christopher Moore

Buongiorno a tutti! Eccovi la recensione del libro che ho letto in periodo pasquale, e che finisce di diritto tra i papabili come miglior libro dell'anno. Senza ombra di dubbio.


Titolo: Il Vangelo secondo Biff. Amico d'infanzia di Gesù
Autore: Christopher Moore
Edito da: Elliot
Titolo originale: Lamb, the Gospel According to Biff, Christ's Childhood pal
Pagine: 580
Consigliato:
 

 

Trama:

Tutti sanno come è nato e come è morto Gesù. La stella cometa, la mangiatoia, i Re Magi; e poi la passione, la crocifissione. Ma che cosa ha combinato dall'infanzia ai trent'anni? Su richiesta del Messia, a duemila anni dalla sua morte, un angelo fa resuscitare il suo migliore amico, Levi detto Biff, a cui spetta il compito di scrivere un nuovo Vangelo che racconti finalmente la vera storia di Gesù di Nazaret. E quella di Biff è un'epopea ricca di miracoli, viaggi, scoperte e anche kung fu, demoni, morti viventi, folli monaci tibetani e pupe da sballo.
 

Recensione:

 
“Vai con Gesù. Ha bisogno di un amico che gli insegni a essere umano. Così io potrò insegnargli a essere uomo.”
Tutti noi sappiamo come è nato Gesù e come è morto. Ma cosa ha fatto durante la sua vita? I vangeli canonici non ce lo dicono. D’altronde sono stati scritti moltissimi anni dopo la sua morte, quindi come potevano saperlo?
Ecco perché viene dato incarico a Raziel (sì esatto, il famoso angelo scemo già comparso in “tutta colpa dell’angelo”) di resuscitare Levi, detto Biff, il migliore amico d’infanzia di Gesù. Chi meglio di lui può raccontare cosa è successo?
Così, chiuso in una camera d’albergo con Raziel a sorvegliarlo (anche se passa il suo tempo a guardare soap opera alla tv) Biff si mette a scrivere della sua vita insieme al Messia.
Potrebbe sembrare, e così credevo anche io quando l’avevo comprato, che sia un libro contro le religioni (perché oltre alla religione ebraica, compare anche l’induismo e il buddismo), che le prenda in giro, che ne parli male, che la figura del Messia ne esca distrutta. Certo, è piuttosto ironico su alcune cose, e di sicuro qualche mente bigotta che non riesce a vedere al di là della presa in giro lo troverà blasfemo e lo inserirà nella lista dei banned books, ma in realtà è l’esatto contrario.
Come ci racconta Moore stesso alla fine del libro, lui ha condotto molti studi su Vangeli, su libri storici che raccontano della Galilea del primo secolo. Non ha scritto cose a caso tanto per prendere in giro. Si è documentato, e il risultato è un libro in cui il Salvatore appare forse più umano di quello che siamo abituati a conoscere. Ma proprio per questo la sua immagine ne esce rafforzata.
Moore ha creato uno dei migliori personaggi che io abbia mai trovato in un libro, ideando Biff. Posso affermare senza ombra di dubbio che lo vorrei come migliore amico, se esistesse sul serio.
Biff è la parte più razionale, più umana, più terrena e più soggetta ai peccati del duo. E’ quello che, mentre Gesù impara la dottrina della Divina Scintilla, impara il kung fu, perché così potrà proteggerlo mentre va in giro a predicare.
E’ quell’amico che senza esitare segue il suo migliore amico in un viaggio durato 17 anni verso est, a conoscere i magi, per imparare come si fa a fare il Messia.
Insomma, non è certo una cosa che si impara a scuola o grazie un corso di Babbel!
Il libro si divide quindi nella prima parte, con l’infanzia, i giochi e le tradizione ebraiche e la nascita dell’amicizia tra i due protagonisti. Questa prima parte è interessante perché ci mostra l’aspetto umano di Gesù, il suo timore di non essere d’aiuto perché non sa cosa fare, il suo risentimento verso quel Padre celeste che non lo aiuta. Che lo ascolta ma non gli parla mai.
Poi c’è il viaggio ad est, dove conosciamo Melchiorre, Baldassare e Gaspare, e veniamo circondati da concubine cinesi, yeti e rituali alla dea Kalì.
“Se arrivi davanti ad un fiume e trovi una barca sulla sponda, ti sarà molto utile per attraversarlo. Ma una volta giunto dall’altra parte, te la carichi sulle spalle e la porti con te fino alla fine del tuo viaggio?”
“Quanto è grande la barca?” domandai.
“E di che colore è?” chiese Gesù.
“Quanto manca alla fine del viaggio?” feci, ancora.
“E i remi li porta Biff o devo fare tutto io?”
“No!” gridò Gaspare. “No, la barca non la porti con te. Ti è stata utile, ma da questo punto in poi rappresenterebbe solo un fardello. E’ una parabola, razza di cretini!”
Qui conosciamo le altre religioni, scopriamo le loro dottrine, i loro aspetti positivi e negativi. E’ una parte divertente ed avventurosa, che mi ha ricordato in modo positivo i film di Indiana Jones.
Poi ecco il ritorno a casa, all’età di trentanni, richiamati in patria dall’apparizione su un muro del volto di Maria, chiaro segnale di convocazione materna per i due, che impiegano due mesi a tornare,  l’inizio della missione del Messia, e l’incontro con i discepoli.
E poi infine, l’ultima parte, la più sofferta, con i capitoli che seguono i giorni della settimana della Passione. L’ultima settimana di vita di Gesù.
Una parte estremamente sofferta. Si percepisce il dolore di Biff e dei discepoli, la loro impotenza di fronte all’ineluttabilità degli eventi, il dolore troppo forte per la perdita dell’amico.
Le scene sono raccontate talmente bene e ci si immedesima così tanto in Biff, che per me è stato inevitabile soffrire e rimanere piuttosto sconvolta durante la lettura di questa ultima parte.
Lo stile è quello di Moore: ironico, pungente, ma in questo romanzo è anche tenero ed epico, selvaggio e delicato, esattamente come scritto in copertina. Almeno una volta che scrivono qualcosa di vero. Ci sono scene piuttosto violente, ci sono parolacce, ma la violenza non viene evidenziata, non ci sono uccisioni e morti senza scopo, tanto per scrivere qualcosa di violento che attiri lo sguardo. Lo apprezzo molto.
Impossibile non affezionarsi a Biff. Impossibile non rimanere neutrali di fronte a questa storia.
La consiglio assolutamente a tutti.
Mio padre mi ha chiesto di prestarglielo non appena lo avessi finito!
 Posso dire, senza esagerare, che questo vangelo è forse il suo libro migliore.
“La fede non è un atto di intelligenza, ma di immaginazione. Non hanno bisogno di capire, ma di credere. E loro credono. Immaginano il Regno come hanno bisogno che sia. Non serve che lo comprendano. C’è già, possono lasciarlo com’è. Immaginazione, non intelletto.”

Voto:

 

5 commenti:

  1. Oh Diana, sono così felice di leggere queste tue parole, perché sono le stesse che ho pensato io a fine lettura. Ho amato tantissimo questo libro per mille motivi diversi, e mi sono commossa negli ultimi capitoli, pur sapendo benissimo come sarebbe andata a finire. Spero che sempre più gente lo legga e mi spiace che molte persone credenti (io sono atea) con cui ho parlato non lo leggano perché tenono sia irriverente e offensivo, ma senza dargli una vera possibilità!
    Comunque, PIÙ BIFF PER TUTTI!! <3

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    1. E io sono felice che ti sia piaciuta la mia recensione e che la pensi come me!*_* E' davvero bello riuscire a condividere un'ottima lettura con qualcuno!
      Anche io spero che lo leggano in molti, ma purtroppo temo che il titolo freni molte persone. Io gli farò più pubblicità possibile.
      Più BIff per tutti!!!<-- nuovo slogan del blog!XD

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    2. Ahah si! Con questo slogan io ti potrei votare anche come imperatrice dell'Universo!! XD

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  2. Finalmente riesco a tornare a trovarti! :) Complimenti per la grafica :)
    E complimenti per la recensione :) Penso che questo sia il libro di Moore che mi è piaciuto di più (non ne ho letti tantissimi, ma ho scoperto di avere un problema con questo autore: i suoi libri mi ispirano talmente tanto, la trama mi sembra sempre la cosa più geniale che io abbia mai letto e quindi mi creo delle aspettative talmente alte che è umanamente impossibile esserne all'altezza e quindi poi mi ritrovo delusa a navigare spersa tra le pagine del libro). Ma questo mi era piaciuto e leggere la tua recensione mi ha fatto sorridere nel ricordare diversi passaggi del libro :)

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    1. Bentornata!^__^ Grazie mille, sono contenta che ti piaccia!
      Anche per me per adesso è quello che preferisco, veramente un'ottima lettura.

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