giovedì 18 gennaio 2018

Doppia recensione: Berserkr + Goosebumps Il Film

Titolo: Berserkr
Autore: Alessio Del Debbio
Editore: DZ edizioni
Pagine: 150
Consigliato:

Trama:

 Berlino, inizio del terzo millennio. La Guerra Calda è finita, gli Accordi dell'89 sono stati firmati e la città è stata divisa in sette zone, ciascuna assegnata a una delle antiche stirpi. All'interno della Ringbahn vivono gli uomini, protetti dalla Divisione, incaricata di mantenere la pace e impedire sconfinamenti e scontri tra le stirpi. Misteriosi omicidi, provocati da sconosciute creature sovrannaturali, iniziano però a verificarsi in tutta la città, rischiando di frantumare il delicato equilibrio raggiunto. La Divisione incarica Ulrik Von Schreiber di indagare, aiutato dal pavido collega Fabian, ben sapendo quanto abbia a cuore il mantenimento della pace. Ma Ulrik non è soltanto un cacciatore, incarna lo spirito protettore della città, l'Orso di Berlino, che non attende altro che liberare la propria furia.

Recensione:

"E' facile confondere i sensi, sai? Perchè è questo che la gente vuole, questo ciò che cerca: riempirsi la bocca col lieto fine, credere che la vita abbia un senso e sia solo l'amore. Tutte stronzate."

Ho già collaborato con Alessio Del Debbio in passato, quindi quando mi ha proposto di leggere e recensire questa sua nuova opera, ho accettato volentieri. Lo ringrazio per la fiducia dimostrata.
Ammetto che l’inizio di Berserkr mi ha spiazzato: mi sono ritrovata una storia piuttosto violenta e non molto adatta ai minorenni, ambientata a Berlino, che coinvolge anche lupi mannari e streghe, tra gli altri.
Superata la fase iniziale, la storia mi ha incuriosito molto: a Berlino si trovano dei cadaveri a cui manca il cuore, e Ulrick, il protagonista, inizia ad investigare per capire quale “mostro” sia stato.
Vige infatti un patto tra tutte le creature sovrannaturali. Ma nessuno si aspetta questo tipo di creatura.
Ci sono scene d’azione, scene dal passato di Ulrick, spiegazioni su come sia questo accordo, colpi di scena e tradimenti.
Ho apprezzato moltissimo l’originalità della trama e la sua ambientazione diversa dal solito; ho imparato molto su queste creature sovrannaturali non tutte “comuni”, di cui insomma gli altri urban fantasy non si sono mai occupati più di tanto; ho simpatizzato molto con alcuni dei personaggi di contorno, quali i coboldi.
Li adoro! Sono simpatici e birbantelli, aiutano il nostro protagonista e sono sicuramente i miei personaggi preferiti del libro, assieme a Fabian, collega di Ulrick.
Dalla metà in poi la storia procede in modo spedito e mi sono appassionata sul serio alle loro vicende, tifando perché il bene vincesse sul male.
Lo consiglio sicuramente a chi ama il genere urban fantasy, in questo genere letterario di sicuro si distingue per originalità e cura nei personaggi. Non riceve il voto pieno solo per quella parte iniziale un po’ destabilizzante: fate attenzione se volete regalarlo a qualcuno sensibile alle parolacce e alle scene osè.

Voto:





Piccoli Brividi (Goosebumps) Il film
Anno di uscita italiana: 2016
Interpreti: R.L. Stine, Jack Black, Odeya Rush, Dylan Minnette

 Recensione:


 Goosebumps, o Piccoli Brividi, è la prima serie di libri che io abbia mai letto. Da piccola, intendo più o meno dagli otto anni in su, io leggevo quasi esclusivamente Topolino e compagnia bella e Piccoli brividi, e ne ho ancora adesso una bella collezione.
Così il giorno di Santo Stefano mi sono messa a guardare il film prodotto nel 2015 con Jack Black.
All’inizio e praticamente finchè non compaiono i mostri, non ero molto convinta: comincia piuttosto lentamente con le solite cose che succedono nei film americani. Il ragazzo e la madre si trasferiscono, lei lavora nella sua scuola e lui non vuole che li vedano insieme, si è preso una cotta immediata per la sua carinissima vicina di casa, che però ha un padre creepy che non vuole che nessuno si avvicini a casa sua.
Non rivelo altro per non spoilerare, ma ad un certo punto la trama prende una piega decisamente più movimentata, e in breve tempo ogni mostro creato da Stine prende vita in questa cittadina americana.
Mi ha divertito vedere insieme tutti i mostri di cui ho letto le storie da piccola, specie il più cattivo di tutti: il pupazzo parlante, che mi spaventa ancora adesso, tanto che i burattini e le bambole in generale proprio non mi piacciono.
Il lieto fine, come nella serie di Piccoli brividi, è dietro l’angolo, assieme a qualche lacrimuccia e a tante risate, merito dell’amico Champ e soprattutto della zia di Zach, adorabile e svampita come solo una zia (zitella) può essere.
C’è un’ambientazione in particolare che mi ha veramente incantata, suggestiva e romantica, leggermente tetra e misteriosa.
Lo consiglio sicuramente e state tranquilli, i brividi sono piccoli, non è un horror di quelli che lasciano incubi spaventosi.

Voto:


6 commenti: